:: FRELLO ::
FOLLOW US ON  
All rights reserved © Paolo Frello & Partners
PAOLO FRELLO

Nasce nel 1964 dopo gli studi di architettura apre lo studio a Milano specializzato in architettura degli interni, comunicazione visiva e disegno industriale. Nel 1988 riceve la menzione d’onore al World Design Library in Tokyo per la progettazione di un nuovo elettrodomestico, nel 1994 la Menzione d’onore al concorso di design Waterlily European Award di Colonia per il disegno di una serie di imbottiti e nel 1997 la Menzione d’onore al concorso Office Design Competition per il progetto di un nuovo componente per l’arredo degli uffici nell’ambito del Salone del Mobile di Milano.
A fianco dell’attività di progettista è giornalista per la rivista Costruire per la quale redige la rubrica Design per otto anni.  Ha curato numerose pubblicazioni nel settore architettura e design tra le quali il volume per il concorso di architettura sul progetto  Garibaldi Repubblica a Milano e il libro Parola di Designer.
Nel 1997 effettua consulenze negli Stati Uniti dove progetta gli interni di numerose ville in Florida, Colorado, Michigan, North Carolina e l’allestimento per la mostra "A palette for sense" al museo di Orlando.
Nel gennaio duemila si trasferisce in Florida dove collabora assiduamente con lo studio Andrew Kirschner Architects per lo sviluppo e la consulenza sul design di interni.
Nel 2001 fonda Paolo Frello & Partners, società che si occupa di fornire soluzioni di progettazione e realizzazione sia per il residenziale che per il terziario. Oltre agli Stati Uniti concretizza progetti e realizzazioni in Italia, Francia, Spagna, Belgio e Regno Unito. Sempre nell’ambito dell'interior design vengono concretizzati importanti progetti residenziali in Svizzera e in oriente dove viene realizzata la sede dell’ambasciata Europea CEE a Baku, in Azerbaijan, e una catena di store in Cina.
Lo studio è attivo anche nel settore della comunicazione visiva: nel 2010 inizia a collaborare come Art Director per il Gruppo Cartorama, azienda leader nel settore della cartoleria, per la quale cura il progetto di brand identity del marchio Repap, creato per un nuovo genere di carta ’tree-free’. Il progetto è stato selezionato per il Compasso d’Oro all’ADI Design Index 2011, il più rappresentativo ed autorevole riconoscimento del design italiano.
Parallelamente realizza il design per il diario scolastico Snoopy edizione 2013 e diventa direttore creativo di Ogami, unusual accessories e nasce una collezione di notebooks attualmente presenti in importanti musei, solo per citarne alcuni, Biennale di Venezia, Macro di Roma, Moma di New York e Whitney Museum


Progettare fra tradizione e sorpresa
Di Enrico Morteo

Se volessimo collocare in un qualche luogo l’identità del progetto italiano contemporaneo rispetto alle tanti posizioni del dibattito internazionale, non sarebbe probabilmente sulla luminosa ribalta della grande architettura, quella degli importanti edifici pubblici, delle trasformazioni urbane, delle infrastrutture di servizio. Dovremmo piuttosto guardare a un metaforico paesaggio diffuso, una dimensione più minuta del progetto legata ad un’idea dell’abitare che, dal chiuso della casa, si proietta poi al di là delle pareti domestiche. Sullo sfondo di questo ipotetico paesaggio la varietà dei luoghi e delle occasioni, i vincoli di ciò che già esiste e la possibilità di trasformarlo: la stratificazione della storia, le suggestioni della natura, una ricca cultura materiale. In primo piano invece, il rapido evolversi dei comportamenti familiari ma anche l’alterata sensibilità di nuovi linguaggi formali sollecitati dall’immaginario del cinema e della televisione, il formarsi di una diversa percezione dello spazio. A governare la composizione d’insieme, tutto l’armamentario culturale e concettuale del progetto moderno, la sua agognata chiarezza e il suo paradigmatico rigore, ma anche il gusto del nuovo e dell’invenzione, il piacere di pensare all’abitare come autentico laboratorio per l’elaborazione e la produzione dell’architettura.
A questa particolare prospettiva corrisponde anche una figura dell’architetto, che rinuncia forse all’aura dell’eroico fondatore di città per tornare a vestire i panni del professionista, colui che sa innestare nell’intreccio delle circostanze un sapere tecnico ma anche un talento maieutico in grado di fare emergere le qualità implicite nei desideri e nelle esigenze funzionali.
A questo profilo sembra corrispondere con esattezza il lavoro di Paolo Frello. Inutile cercare la perentorietà di un’affermazione poetica: ciò che Frello ci offre non è un linguaggio prefabbricato quanto una grammatica cui affidare un dialogo sempre in bilico fra tradizione e sorpresa. Pochi elementi semplici diventano così generatori di funzioni complesse in spazi che sono scenografie delle ritualità quotidiane. Mai limitati alla bidimensionalità e alla decorazione, i suoi interventi lavorano sulla profondità del campo, costruendo sequenze prospettiche che si prolungano nel paesaggio lontano: una piazza in città, la curva di un promontorio sul mare. Sia un giardino pensato come sequenze di stanze all’aperto, un ristorante che diventa un accogliente convivio, un negozio costruito con la precisione di uno stipo o, naturalmente, una casa, il progetto ci accoglie solare, pronto a sottolineare con accenti colorati tutte le nostre virtù ma anche qualche affettuosa debolezza. Spazi per essere abitati con gli occhi e con i sensi:spazi da vivere.Â